5 dicembre 2006

PER DOVER DI CRONACA

San Paolo, doppio «ko»: dopo la sentenza choc dimissioni dei dirigentiIl Resto del Carlino del 05/12/2006 ed. FERRARA p. VI
PALIOLascia la presidente, tensioni in Contradadi Stefano LolliE' un 'terremoto' polemico, quello che squassa la Ruota di San Paolo e fa scivolare l'Aquila come il più incerto dei piccioni: all'indomani della choccante sentenza del Collegio di Giustizia che ha negato ai bianconeri l'assegnazione della vittoria nell'ultimo Palio, la capocontrada Laura Scanavini si è dimessa. In segno di protesta per la decisione dei tre [\FIRMA]supergiurati (Claudio Filippo Pesole, Andrea Firrinceri, Andrea Botti), per l'atteggiamento ritenuto... pilatesco del presidente dell'Ente Palio Vainer Merighi, ma anche perchè contestata da alcuni contradaioli. «Siamo stati accusati di aver trattenuto i nostri ragazzi - svela il massaro Andrea Rimondi - quando, nei momenti più concitati della manifestazione, stavano per andare a prendere il Palio che ritenevano di aver comunque conquistato. Ora quello stendardo sarebbe nella nostra sede, come invece figurano nelle sedi di varie Contrade altri Palii vinti in modo non meno controverso...». Lo sfogo di Rimondi è amaro: sia per la sentenza di cui i bianconeri non sanno darsi pace, che per il caos interno suscitato che rischia di vanificare anni ed anni di duro lavoro. «La cosa che più ci offende è la lettura del dispositivo in cui addirittura i signori giudici ci dipingono come persone scorrette, che hanno tentato di ricostruire in modo mendace l'accaduto - afferma Rimondi - facendo 'un uso eccessivo e temerario' del diritto di difesa». Parole pesanti come macigni, che offendono chiunque le legga avendo davanti agli occhi il Palio e la realtà di una Contrada da sempre emblema di lealtà e sfortuna. Basti pensare alla scomparsa dello sfortunato staffiere Daniele Benati, morto pochi mesi dopo il successo in piazza Ariostea; o alle fatiche strenue per allestire cortei e squadre di sbandieratori. «Ci siamo sempre adoperati per garantire ai nostri giovani un punto d'aggregazione, pur disponendo di una sede che definire angusta è dire poco - prosegue Rimondi -; abbiamo sempre preteso da loro un comportamento ineccepibile. Abbiamo fatto lo stesso anche il 28 maggio. Mentre i dirigenti di altri Borghi e Rioni assistevano alle intemperanze dei propri contradaioli, noi come prima cosa ci siamo buttati in pista per aiutare i soccorsi e per frenare qualche ragazzo che voleva strappare dalle mani delle autorità il Palio che Bandini pareva aver ottenuto senza alcuna scorrettezza. Almeno lui...».Doppia beffa, dunque, per San Paolo: costretta a rimboccarsi nuovamente le maniche («a gennaio eleggeremo i nuovi vertici di Contrada, ma anche questa mazzata non ci voleva...» dice Rimondi), e soprattutto ad affrontare un Natale mesto e carico di tensioni. «Mentre i giudici ci bacchettano con inaudita severità, sostenendo di aver provato a fornire una ricostruzione sleale - chiude il massaro -, molti contradaioli dicono che abbiamo sbagliato a non fare i prepotenti, perchè in fondo nel Palio è questo che paga. I fantini si picchiano? Le squalifiche vengono ridotte... I contradaioli si abbandonano ad intemperanze? Nella 'sentenza' non c'è traccia di una reprimenda, anzi le pene comminate sono state alleggerite». E' questo che fa sbandare la Ruota disarcionando l'Aquila: «La sensazione è che siano stati usati due pesi e due misure - chiude Rimondi -: magari se in testa alla gara ci fosse stata un'altra Contrada, la corsa non sarebbe stata annullata all'ultima curva...».

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