18 gennaio 2007

E' MORTO DON PATRUNO



In un pomeriggio afoso di fine estate del 1970, io ed un mio amico, Andrea, andammo al circolo ACLI di Montebello8, il mitico Montebello 8.


Andrea mi disse "andiamo a trovare un amico" e salimmo le scale. Trovammo un giovane di buona corporatura. "Gabriele ti presento Don Franco, l'amico degli studenti lavoratori" Pensai, ma questo è un prete? bho! io poi ero abituato a vedere i frati.


Don Franco ci disse di accomodarci. Eravamo in una stanza con un casino.... enorme...era il suo studio.....uno studio di un artista, si perchè Don Franco aveva il dono della pittura.


In men che si dica ci fece i ritratti. Andrea credo che l'abbia ancora, il mio non so più dove è, in quanto da lì a poco trasloccai.


E naturalmente intanto che con il carboncino ci spiaccicava sulla carta, il Don raccontava barzelette, tutte rigorosamente in dialetto ferrarese.


Da quel giorno non ho mai avuto contatti diretti, l'ho visto varie volte in piazza, in parrocchia o al circolo ACLI di Montebello 8, dove molti dei nostri contradaioli sono cresciuti.


L'ultima volta l'ho visto e sentito da Feltrinelli alla presentazione del libro di Dario Franceschini, insieme al sindaco Sateriale. Etra il pubblico c'erano personaggi che appartenevano alla mia gioventù. Personaggi di fedi politiche diverse, di estrazioni sociali diverse, ma che appartenevano sicuramente ad un Suo quadro. La bella gioventù di Ferrara del '68.


Quell'incontro non l'ho mai scordato perchè avvenne qualche giorno prima di conoscere un altro figlio di Dio "strano" Padre Francesco Dallari, l'amico con il saio che ci ha cresciuto, e sposato.




Se penso a Don Franco penso immediatamente a Padre Francesco, uomini senza confini, senza pregiudizi e sopratutto integri.


DICONO CHE DI UOMINI COSì NE NASCONO POCHI PER OGNI GENERAZIONE.








Notizia inserita il 18/1/2007 www.estense.com
La Ferrara laica e quella religiosa in lutto
E' morto don Franco Patruno


di Marco Zavagli
È morto don Franco Patruno. Alle 15.45 di ieri pomeriggio, in una stanza dell’ospedale Sant’Anna, si è spento uno dei più importanti rappresentanti dell’arte ferrarese. La macabra ironia della sorte ha voluto che Patruno se ne andasse proprio mentre la “sua” Casa Cini è al centro di una polemica cittadina per la chiusura (opportuna o meno, tempestiva o meno, non è questo il momento per giudicarlo) decretata dalla curia.
Con lui, intellettuale, pittore riconosciuto a livello nazionale, critico d’arte e cinematografico per l’Osservatore Romano, se ne vanno più di vent’anni di respiro culturale che la città era riuscita a guadagnarsi sotto la sua direzione dell’istituto di via Boccacanale di Santo Stefano.
Ricoverato dal 13 dicembre per una crisi epatica, era già un paio di giorni che i medici, anche a causa di una sopraggiunta crisi respiratoria, disperavano dal poterlo salvare. Era dal 1999 che don Franco lottava contro la malattia, da quando gli fu diagnosticata una cirrosi epatica. La scorsa estate la sua salute fu ulteriormente debilitata dal sopraggiungere di un’altra crisi, legata questa volta al diabete. Ormai il fisico era troppo provato per reggere ad altre complicazioni.
Accanto a lui, nel momento cruciale, c’erano il nipote e don Andrea Zerbini. In tutta Ferrara, in quella religiosa ma anche (e forse soprattutto) in quella laica, regna il cordoglio. La prima testimonianza arriva dal sindaco Gaetano Sateriale, che ricorda come Patruno "e’ stato per trent’anni un protagonista della vita artistica e culturale della nostra città. Oltre che nella missione del sacerdozio don Franco Patruno ha saputo esprimere i suoi ricchi talenti nella pittura, nella scrittura, nella critica d’arte e in quella cinematografica, nell’insegnamento. E’ stato per molti di noi – continua Sateriale - un amico e un prezioso punto di riferimento. La sua poliedricità gli ha permesso di dirigere Casa Cini consolidando le migliori tradizioni di un luogo che per Ferrara rappresenta una vera istituzione culturale, attorno alla quale hanno gravitato alcune delle più fervide intelligenze della nostra città. Ci mancheranno la sua umanità profonda, la sincera generosità, l’acume intellettuale. Ci mancheranno la sua voce e il suo sguardo sempre attento e sensibile. A nome della città di Ferrara e a titolo personale esprimo il più profondo cordoglio per questa dolorosa perdita".
In tarda serata arriva anche il breve comunicato della diocesi che “partecipa al dolore dell'arcivescovo, di tutto il clero, dei famigliari e degli amici, per la scomparsa. La sua alta statura culturale, teologica e artistica unita allo spiccato tratto dialogico e relazionale, fanno avvertire profondamente il grande vuoto che egli lascia nella sua chiesa locale e nella comunità civile cittadina e nazionale”.
Franco Patruno era nato a Ferrara il 29 novembre del 1938. Venne ordinato sacerdote nel 1966. È stato docente in seminario a Ferrara e Bologna, vicario parrocchiale a S. Maria Nuova e S. Biagio dal 1966 al 1967, direttore dell'Ufficio Missionario Diocesano dal 1969 al 1985, assistente giovani AC dal 1966 al 1975, responsabile delle Comunicazioni sociali dal 1971, giornalista dell'Osservatore Romano, direttore di "Casa Cini" dal 1985 al 2005, canonico della Cattedrale di Ferrara dal novembre 2006. E – almeno per molti - molto altro.

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